Al Consiglio europeo il premier Draghi insiste per affrontare l’argomento più urgente di tutti: l’energia.
Il presidente del Consiglio a Bruxelles sta spingendo per fare un consiglio europeo straordinario sull’energia a luglio. L’obiettivo è discutere della proposto del tetto al prezzo del gas, fortemente sostenuta da Mario Draghi e riproposta dalla Commissione Ue. Secondo l’ex capo della Bce, questa misura servirebbe a placare l’inflazione e ridurre allo stesso tempo gli incassi di Putin sul gas.
Ad opporre maggiore resistenza a questa misura sono la Germania e i paesi del Nord. Draghi può contare sull’appoggio di Macron e non demorde. Per il premier la questione dell’energia è urgente per fermare la crisi e contenere i prezzi. Mentre per molti paesi membri si può aspettare fino all’autunno, per Draghi non c’è tempo dato che la Gazprom potrebbe chiudere i rubinetti completamente da un momento all’altro, come ha già dimostrato di poter fare.
Un passo avanti sul price cap
A ritenere un tetto al prezzo del gas un’iniziativa urgente sono anche i leader greci e spagnoli. Tutto il fronte mediterraneo è a favore di un price cap e ora bisogna convincere i paesi del Nord, soprattutto Germania, paesi baltici e Olanda. Quest’ultimo paese è scettico e pensa che potrebbe non funzionare. Per ora si è fatto un passo avanti.
L’obiettivo del tetto al prezzo del gas è calmierare i prezzi per gli operatori. In questo modo i paesi possono continuare a riempire gli stoccaggi per l’inverno. Ma allo stesso tempo si punta a limitare i costi in bolletta. Il price cap infatti potrebbe fissare una soglia di prezzo, appunto, tra gli 80 e i 90 euro una al megawattora. Al momento si viaggia con oltre 130 a megawattora. Questo limite si applicherebbe solo al gas importato dalla Russia e per un periodo limitato. Il gas che non arriva dalla Russia sarebbe escluso da questo prezzo fisso.